“Una storia concreta dell’umanità, se ci fosse, dovrebbe essere la storia di tutti gli uomini. Dovrebbe essere la storia di tutte le speranze, di tutte le lotte e di tutte le sofferenze umane. E ciò per la ragione che nessun uomo è più importante di un altro uomo” (Karl R. Popper. Tutta la vita è risolvere problemi. Scritti sulla conoscenza, la storia e la politica. Edizione CDE, Milano, 1996, p. 175). Una storia di questo genere evidentemente non può essere scritta perché non si può che procedere attraverso astrazioni approssimative nelle quali ciascun uomo viene inserito forzatamente in una categoria (politica, sociale, ecc.) costruita sulla base di una sensibilità intellettuale soggettiva.
Tuttavia la storia locale ci consente almeno di osservare gli effetti concreti prodotti dai grandi avvenimenti storici sulle piccole comunità. Ci permette di verificare quanto e con quali meccanismi la spinta prodotta dagli eventi generali sia stata introiettata nelle realtà dell’epoca. Ed anzi tanto più l’indagine storica si applica a territori di piccole dimensioni, tanto più l’osservazione sociale si avvicina a quella individuale sin quasi a scrutare la vita degli uomini di allora. Questo particolare punto di vista è fondamentale perché non si può non ammettere, anche su un piano strettamente storico, che se è importante ciò che accade, è altresì importante come le persone vivano la storia nella loro esperienza concreta. D’altra parte è vero anche che lo studio delle dinamiche locali è utile, talora fondamentale, per comprendere le ragioni che concorrono a determinare i grandi eventi. Ad esempio la riforma con la quale nel 1850 lo Stato pontificio riorganizza le amministrazioni municipali trova ragione nell’esaurirsi di un modello arcaico, quello delle aristocrazie cittadine, il cui disfacimento può essere osservato ed analizzato in profondità solo a livello locale.
Proprio sotto il profilo della storia locale la Repubblica Romana del 1849 è un momento fondamentale perché è in questa fase che alcune comunità, per esempio quello dello Stato pontificio ma non solo, escono dalla condizione di arretratezza politica ed iniziano ad essere permeate da uno spirito moderno.
In questa sezione sono riportati gli studi che riguardano Tivoli nel periodo della Repubblica Romana del 1849, quando il pensiero democratico iniziò ad irrorare anche le comunità periferiche. Sono altresì riportati testi relativi al periodo immediatamente precedente e ritenuti utili ai fini di un inquadramento degli avvenimenti che caratterizzeranno la fase propriamente rivoluzionaria. La scelta della storia di Tivoli non è casuale. Si è ritenuto, infatti, che le vicende di una città di media grandezza dello Stato pontificio possano essere considerate paradigmatiche dei cambiamenti che investirono le comunità periferiche in quel periodo. Si rimane disponibili comunque ad accogliere contributi inerenti altre realtà locali.
Si ringraziano gli autori e la Società Tiburtina di Storia e d’Arte che hanno autorizzato la riproduzione degli articoli pubblicati in “Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte”.
Francesco Bulgarini. Notizie storiche, antiquarie, statistiche ed agronomiche intorno all’antichissima città di Tivoli e suo territorio. Tipografia Giovanni Battista Zappi, Roma,1848.
F. P. Cronaca della città di Tivoli dal giugno 1846 al giugno 1850. Tipografia eredi Paternò, Roma, 1851.
Itala Terzano. Luigi Coccanari. Parte I. Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, Vol. XI-XII, 1931-1932, pp. 217-261.
Fabrizio Garofoli. Mamma i Garibaldini. Cronache e testimonianze sul passaggio dei garibaldini nel territorio tiburtino. Il Cittadino, Tivoli, s.d
Franco Rizzi. La coccarda e le campane. Comunità rurali e Repubblica Romana nel Lazio (1848-1849). Franco Angeli, Milano, 1989.
Luciano Nasto. La ferriera di Villa Mecenate a Tivoli. Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, Vol. LXX, 1997, pp. 89-107.
Carlo De Luca. La Repubblica Romana del 1849 e la nascita del movimento democratico a Tivoli. La Civetta, 1998, Anno II, Numero 14, pp. 10-11.
Luciano Nasto. Il mito di Pio IX e la città di Tivoli (1846-1848). Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, Vol. LXXI, 1998, pp. 127-142.
Luciano Nasto. Un lungo periodo di crisi nella Valle dell’Aniene. Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, Vol. LXXII, 1999, pp. 197-201.Alcibiade Boratto. Fatti e figure nel 1849 a Tivoli. Liberali e repubblicani durante la Repubblica romana. Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, Vol. LXXVI, 2003, pp. 41-50.
Amedeo Ciotti. Sulle tracce di Garibaldi – Studi sul risorgimento in Val d’Aniene. Associazione Culturale “Albatros”, Castel Madama, 2008
Carlo De Luca. Il tramonto delle aristocrazie cittadine nello Stato pontificio. Tivoli nella prima metà dell’Ottocento. Edigraf, Roma, 2010.
Mario Marino. Sulla mostra Tivoli e la costruzione dell’unità nazionale nei documenti dell’archivio storico comunale (Tivoli 9-20 marzo 2011). In: Risorgimento e territori. Contributi al processo unitario dall’area laziale. Monica Calzolari, Elvira Grantaliano, Giorgina Scardelletti (a cura di). Rivista Storica del Lazio, anno XIV-XVI, 9: 47-75, 2010-2011.