La parabola 5S: dal complottismo al millenarismo
Il falso allunaggio, le sirene che popolano i mari, il Bilderberg, il governo invisibile mondiale, scie chimiche, sismi generati da interventi sotterranei… Sul tutto aleggia la profezia della palingenesi finale.
Tafazzismo, patologia cronica della sinistra
E così, dopo aver sagacemente sventata la “deriva autoritaria e plebiscitaria” di Renzi, Bersani e D’Alema potranno vantarsi di aver contribuito all’impresa epica di consegnare il Paese al populismo, quello vero.
Renzi non vince più. E nemmeno il PD.
Non servirà cambiare leadership e nemmeno sostituire i ras locali con altri di propria fiducia di bella presenza. Bisogna proprio cambiare politica. E riformare profondamente la struttura di partito. Altrimenti vincerà il populismo.
Mele marce e marciume di sistema
Da questo punto di vista è assolutamente interessante notare come nei partiti possano replicarsi alcuni meccanismi che sono tipici delle imprese.
Mitologia del complottismo
Quando il complottismo diventa pratica di governo, la storia si trasforma in tragedia. Le ragioni antiche e moderne del cospirazionismo, il catalizzatore odierno, l’antidoto.
Politica e Parresia
Sarebbe ingenuo ritenere che le gaffe di Donald Trump, le boutade di Salvini, le intemerate di Grillo siano espressioni di mera stravaganza…
Il disastro del Nord Est: una storia italiana
C’era una volta il Nord Est. Così potrebbe iniziare la narrazione favolistica di uno dei modelli italiani più improbabili, lo sviluppo del Nord Est d’Italia.
Regionali 2015: vince solo Salvini
La Lega di Salvini è l’unico partito ad aver guadagnato consistentemente, in assoluto e in percentuale, rispetto a tutte le elezioni precedenti.
Dall’astensionismo l’opportunità decisiva per una sinistra democratica
PD di Renzi stravince drenando voti dagli altri partiti ma senza attrarre consenso da un astensionismo europeista, non populista, non anti-istituzionale e, almeno nella frazione recuperabile al voto, sensibile alle istanze progressiste.
Matteo Renzi chi?
Chi è davvero Matteo Renzi? Il moderato conservatore narrato dagli ambienti politici di destra o l’innovatore cautamente progressista che, sia pure con qualche dubbio, lo schieramento di sinistra spera di aver trovato?