Lega Sud vs Lega Nord

 

 

M5S e Lega tra tematiche comuni (sovranismo monetario, immigrazione ed antieuropeismo) e rappresentanze conflittuali (Nord vs Sud, razza padrona vs clientes, destra liberista vs destra sociale).

I due vincitori delle elezioni, M5S e Lega, sono destinati a dominare la scena politica nell’immediato futuro. Ed il loro, nonostante alcune tematiche comuni, sarà un confronto aspro. A prescindere dal fatto che stringano o meno accordi di collaborazione.

E’ prevedibile che Salvini, qualora ricevesse l’incarico di formare il governo, non riesca ad  ottenere una maggioranza che superi i limiti della sua coalizione. Né il PD, né il M5S hanno interesse a sostenerlo. La mano passerebbe allora a Di Maio  che potrebbe tentare l’accordo con un PD tramortito dalla sconfitta. Ma proprio la debolezza politica riduce drasticamente i margini di manovra del PD che difficilmente potrà accettare accordi di maggioranza con un M5S che per cinque anni lo ha insultato di continuo. A quel punto la strada è segnata e potrà finalmente nascere un accordo di governo neopopulista, sostenuto da M5S e Lega con l’eventuale complemento dei FdI, cementato da due elementi: l’ostilità alla politica di accoglienza dei migranti ed il sovranismo monetario tendenzialmente o francamente anti-europeista.

In sostanza potrebbero allearsi i due partiti che hanno assunto la rappresentanza delle due Italie uscite dalle elezioni, quella del Nord e quella del Sud (Figura 1).

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Figura 1. Immagine tratta da La Repubblica.

Il successo del M5S ricorda quello di Berlusconi per almeno due aspetti, l’attitudine comunicativa e la capacità di assumere una rappresentanza sociale, ma se ne differenzia per diversi altri. Come Berlusconi seppe usare la comunicazione televisiva in modo magistrale, così il M5S ha dimostrato di saper sfruttare scientificamente i pregi ed i difetti della rete. Berlusconi seppe interpretare le esigenze di un blocco sociale ben definito, quello del popolo delle partite IVA e della micro-imprenditorialità del Nord, cui si aggiungeva in posizione ancillare il troncone dei clientes e degli ascari del Sud. Ma oggi i disoccupati e i dipendenti pubblici del meridione si sono rivolti in massa al M5S che, respinto al Nord dal ritorno della Lega, ha finito per assumere la rappresentanza dell’area sociale della minorità economica e del disagio sociale del Sud. E’ così che ha preso forma la nuova geografia politica del Paese con il M5S che è divenuto una sorta di Lega Sud in opposizione a quel blocco sociale forza-leghista che ieri sosteneva Berlusconi (ma anche Bossi) ed oggi appoggia Salvini (ma anche Berlusconi).

Proprio per queste ragioni, la politica del M5S  è destinata a confliggere con quella della Lega. Le idee comuni, sul sovranismo monetario  e sui migranti, saranno difficilmente praticabili. Per il resto, soprattutto in ambito economico, la diversa rappresentanza sociale condizionerà politiche diverse. La Lega punterà probabilmente sull’autonomia fiscale del Nord e sulla riduzione delle tasse alle imprese mentre il M5S dovrà implementare una qualche forma di sostegno del reddito, sebbene molto ridimensionato rispetto alle promesse. In proposito non si dimentichi che gli esperimenti sul reddito di cittadinanza, da quello di Nixon del 1969 a quello canadese del 1974 e a quello finlandese del 2017, sono stati condotti da governi liberali e per alcuni aspetti in un’ottica di destra che prevedeva il ridimensionamento dello stato sociale per responsabilizzare maggiormente l’individuo. Anche il M5S potrebbe proporre un esperimento limitato ma non troppo per non tradire le aspettative. Insomma si intravede la collisione tra la destra liberista e antistatalista del forza-leghismo e la destra sociale del M5S. Uno scontro difficilmente componibile perché le due proposte, già difficilmente sostenibili sotto il profilo economico se prese singolarmente, diventano reciprocamente incompatibili.

Ma anche se non dovesse concretizzarsi lo scenario di un accordo di governo, M5S e Lega saranno costretti ad avanzare proposte di politica economica molto diverse se vorranno mantenere il rapporto con i rispettivi elettorati di riferimento. Lo scontro sembra inevitabile e questo restituisce una grande agibilità politica al PD. Sempre che esso riesca ad elaborare in fretta il lutto melanconico della sconfitta.

 

CDL, 10 marzo 2018