Lettura sul Cristianesimo
L’ultima cena. Leonardo da Vinci. 1494-1498
L’ultima cena. Leonardo da Vinci. 1494-1498

Le letture sul Cristianesimo, come le precedenti che riguardano altri argomenti, non seguono un ordine strutturato perché nascono dai suggerimenti e dai contributi ricevuti. I temi trattati quindi sono presentati in ordine sparso anche se non si esclude una loro sistematizzazione futura quando questa sarà resa possibile dall’ampiezza e completezza del materiale documentario reperito.

La prima lettura proposta è il libro di Corrado Augias e Remo Cacitti sul cristianesimo antico1 di cui viene riportato un testo libero disponibile sulla rete ed una rielaborazione operata da Piero Ferrazzi2.

Augias e Cacitti ricostruiscono le tappe fondamentali attraverso le quali la predicazione di Cristo è stata trasformata dagli uomini in una nuova Chiesa. Così Augias, nella Premessa, chiarisce la finalità del percorso seguito: “Gesù non ha mai detto di voler fondare una religione, una Chiesa, che portassero il suo nome; mai ha detto di dover morire per sanare con il suo sangue il peccato di Adamo ed Eva, per ristabilire cioè l’alleanza fra Dio e gli uomini; non ha mai detto di essere nato da una vergine che lo aveva concepito per intervento di un dio; mai ha detto di essere unica e indistinta sostanza con suo padre, Dio in persona, e con una vaga entità immateriale denominata Spirito. Gesù non ha mai dato al battesimo un particolare valore; non ha istituito alcuna gerarchia ecclesiastica finché fu in vita; mai ha parlato di precetti, norme, cariche, vestimenti, ordini di successione, liturgie, formule; mai ha pensato di creare una sterminata falange di santi … ma allora come è nato il cristianesimo? Chi e quando ne ha stabilito norme e procedure, riti e dogmi? Gesù non ha mai pensato di rendere obbligatori un comportamento o una verità certificati per decreto. Ha esortato, ha pregato, ha dato l’esempio. Soprattutto, nulla era più lontano da lui di una congerie di leggi, un’organizzazione monarchica, uno Stato sovrano dotato di territorio, moneta, esercito, polizia e giurisdizione, sia pure ridotti – ma solo dopo aspre lotte – a dimensioni simboliche. Torna di nuovo la domanda: ma allora chi ha elaborato tutto questo? perché? quando?”.

Piero Ferrazzi ripercorre l’itinerario proposto da Augias e Cacitti nel modo originale che gli è proprio procedendo alle integrazioni che gli sono suggerite dalla curiosità, dalla sensibilità e dall’acume dell’intellettuale vero. Lo schema utilizzato, il sunto sinottico, sebbene giustificato con la necessità personale di fissare sinteticamente i concetti, appartiene ad una impostazione essenziale che rende l’esposizione particolarmente fruibile. Così, ad esempio, le eresie antiche e medievali vengono definite nei tratti essenziali e scorrono in una successione rapida ma nondimeno esauriente. Il lavoro di Ferrazzi è arricchito dal carteggio intessuto con il prof. Alcibiade Boratto, amico di lunga data, con il quale l’autore ha da tempo stabilito una feconda osmosi culturale. Le osservazioni di Boratto, è lo stesso Ferrazzi a dirlo, svolgono una funzione maieutica che consente di precisare ed approfondire molti argomenti.

Il testo sembra pervaso da un stupore incredulo nei confronti di tutti i tentativi di attribuire una legittimità superiore a scelte, quelle relative alla costruzione di una nuova dottrina, che sono invece opera degli uomini e che riconoscono ragioni storiche molto prosaiche.  Lo stesso stupore che l’autore, nella nota 15, mostra nei confronti delle dimostrazioni “scientifiche” dell’esistenza di Dio.

Molti gli spunti suggeriti dalla lettura del testo che, mantenendo un carattere divulgativo, finisce per approfondire argomenti di grande rilevanza  con i quali tutti noi, prima o poi, consapevolmente o meno, dobbiamo fare i conti.

Uno di questi riguarda proprio l’inquadramento del Cristianesimo come fenomeno storico.  Introvigne rifiuta l’analisi condotta da Augias e Cacitti parlando espressamente di truffa intellettuale3. Egli contesta la validità scientifica dei criteri storici utilizzati dai due autori ma poi, anziché proporne di diversi,  offre un criterio sociologico alternativo. In realtà il metodo storico è incontestabile e ad esso il credente può opporre solo il suo legittimo atto di fede. Il ridimensionamento del cristianesimo a fatto storico è comunque un argomento più ampio di quello dibattuto da Augias e Cacitti e va inquadrato nell’ambito più generale delle mutazioni che hanno caratterizzato la religiosità nel corso del tempo. Il filosofo francese Marcel Gauchet propone la distinzione fondamentale tra una spiritualità ancestrale, totalizzante e statica, ed una religiosità moderna, parziale e dinamica4. Su questo tema si propongono alcune osservazioni che scaturiscono dalla riflessione  di Gauchet e che pongono la questione se la religione, per effetto delle mutazioni strutturali verificatesi nel corso del tempo e alle quali il Cristianesimo ha contribuito in misura decisiva, possa essere considerata un fenomeno storico caratterizzato da un inizio e destinato ad una fine5.

L’atto di fede si contrappone non solo al metodo storico ma in generale a quello scientifico e non riguarda solo l’ambito della dottrina ma, a maggior ragione, il presupposto stesso dell’esistenza di Dio. Non a caso la Chiesa non ha mai incoraggiato nessuno dei pur numerosi tentativi di dimostrazione scientifica (logica o matematica), da Anselmo da Aosta sino a Godel passando attraverso filosofi del calibro di Cartesio, Leibniz ed Hegel. Si propone un breve riassunto delle prove ontologiche, logiche e matematiche proposte a favore dell’esistenza di Dio6.

Di fronte alle storia e alla scienza, la Chiesa ha sempre opposto l’atto di fede. E fin qui nulla si può contestare. I problemi nascono quando la Chiesa attribuisce all’atto di fede il significato di una conoscenza superiore e quando pretende di riconoscere nel cattolicesimo, ovvero in se stessa, l’unico strumento per cogliere la verità. Questa tendenza integralista, spesso preminente, si è talora stemperata in quell’ecumenismo che è riuscito ad emergere in maniera visibile nel Concilio Vaticano II e di cui sono espressione due documenti fondamentali, la “Nostra Aetate”7 e la “Dignitas Humanae”8. Con questi documenti si definiva una prima sistematizzazione dei rapporti del Cattolicesimo con le altre religioni e si affermava la libertà di religione. Quello stesso spirito ecumenico che ancora oggi, nonostante gli ultimi decenni di sistematico revisionismo, anima ancora l’azione e lo spirito di alcuni intellettuali cattolici costantemente impegnati nel dialogo paritario con i non cattolici e con il mondo dell’irreligione.

Tra i contributi maggiori al dialogo con le altre religioni e con i non credenti va citata l’elaborazione teorica del priore della comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi. Queste le sue parole9: “… Ma proprio questo fa dire che l’umanità è una, che di essa fanno parte religione e irreligione e che, comunque, in essa è possibile, per credenti e non credenti, la via della spiritualità. Spiritualità non intesa in stretto senso religioso, ma come vita interiore profonda, come fedeltà-impegno nelle vicende umane, come ricerca di un vero servizio agli altri …”.

Il terreno di confronto e di incontro tra credenti e non credenti non può che essere quello della relazione empatica che ciascun individuo può e deve stabilire con gli altri. A questo proposito si rilegga l’argomento della religiosità di Mazzini intesa come “dovere” di operare al servizio del bene comune10.

 

1.  Corrado Augias, Remo Cacitti. Inchiesta sul Cristianesimo. Come si costruisce una religione. Arnoldo Mondatori, Milano, 2008.

2.  Piero Ferrazzi. Inchiesta sul Cristianesimo di Corrado Augias e Remo Cacitti. Castel Madama, 2010.

3.  Massimo Introvigne. Una truffa intellettuale: Inchiesta sul Cristianesimo di Corrado Augias e Remo Cacitti. CESNUR Centro Studi sulle Nuove Religioni.

4.  Marcel Gauchet. Fine della religione? Micromega, 2, pp 147-172, 2000.

5.  Democrazia Pura. Attualità della religione. Riflessioni su “Fine della religione?” di Marcel Gauchet. Tivoli, 2007.

6.  Democrazia Pura. La dimostrazione scientifica dell’esistenza di Dio. Tivoli, 2008.

7.  Concilio Vaticano II. Nostra Aetate. 28 Ottobre 1965.

8.  Concilio Vaticano II. Dignitas Humanae. 7 Dicembre 1965.

9.  Enzo Bianchi. La spiritualità degli atei. La Repubblica, 28 Febbraio 2007.

10. Democrazia Pura. Mazzini e i Doveri dell’Uomo, 25 Gennaio 2013.

  CDL, Tivoli, 13 marzo 2013