La Repubblica Romana del 1849
Eugène Delacroix. La libertà che guida il popolo,1830.
Nella vicenda rivoluzionaria del biennio 1848-1849 il momento più alto è costituito dalla Repubblica Romana. Questa esperienza rappresenta uno degli avvenimenti fondamentali della Storia nei quali gli eventi procedono lungo un crinale incerto per assumere solo alla fine una direzione definita. La Repubblica avrà un epilogo drammatico ma il suo esempio luminoso avrà dato credibilità e concretezza al sogno mazziniano di una rivoluzione nazionale e democratica e di un’Italia libera ed unita. Quella idea non si spegnerà mai nei cuori e nelle menti dei democratici italiani.
La Repubblica Romana costituisce però anche il momento in cui il pensiero democratico si ridefinisce in forma moderna. Si può quindi ritenere, con buona ragione, che la conclusione sebbene drammatica della vicenda lascerà un segno indelebile nella storia dell’Europa intera.
Perché la rivoluzione deflagrò contemporaneamente in un’Europa molto differenziata sotto diversi decisivi aspetti? La crisi economica che investì il continente alla vigilia del ’48 fece certamente da detonatore ma non può esserne considerata la vera forza motrice. L’Inghilterra, epicentro di quella crisi, fu risparmiata da sommovimenti politici importanti. L’Italia, già molto arretrata da assorbire paradossalmente meglio la congiuntura sfavorevole, fu invece uno dei principali centri di irradiazione della rivoluzione. In realtà si era rotto fragorosamente un equilibrio politico, quello creato dal Congresso di Vienna, che conteneva punti di forte debolezza: l’estromissione della borghesia dalla gestione del potere politico; l’esclusione non solo politica ma anche sociale delle classi meno abbienti; l’oppressione delle nazionalità all’interno dei tre grandi imperi austriaco, russo e turco. Il denominatore comune delle rivoluzioni del ‘48 sembra identificabile con quella lotta per la libertà che assunse significati diversi nelle differenti condizioni. Essa divenne lotta per l’indipendenza nelle nazioni sottoposte al dominio straniero (le varie nazionalità comprese nell’impero austro-ungarico), lotta per l’unità nazionale nei Paesi indipendenti ma frammentati (la Germania), lotta per i diritti politici e sociali negli Stati unitari e indipendenti (la Francia). Alla base delle rivoluzioni del ’48 vi fu dunque un fattore “politico”, quel concetto di libertà che nei diversi Paesi assunse significati specifici e graduati secondo la progressione: unità, indipendenza, promozione sociale.
Questa ricostruzione del ’48 costituisce evidentemente una razionalizzazione a posteriori. Nel momento in cui scoppiarono le rivoluzioni europee si nutrivano di ispirazioni ideali ancora incerte e non sempre coerenti. Solo nella vicenda della Repubblica Romana sarà sperimentato nella realtà un governo democratico e libertario consapevolmente ispirato ad una concezione ormai matura anche se non ancora compiuta.
Tivoli, 20 novembre 2012
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