«L’idea liberale è superata» perché, fondamentalmente, imbelle ed incapace di rispondere ai nuovi problemi come le migrazioni epocali che stanno sconvolgendo il nostro tempo. Questa l’opinione di Vladimir Putin, espressa in un’intervista concessa di recente al Financial Times1, che se non altro ha avuto il merito di cogliere uno dei nodi che dividono le democrazie liberali dalle autocrazie. «Prima la Russia» o l’America o l’Italia o qualunque altra Nazione. Questa la risposta giusta secondo Putin che accomuna i regimi autocratici con i movimenti neopopulisti e sovranisti. Cosa intende Putin per “Prima la Russia” lo si è visto in Cecenia, Georgia, Ucraina e non solo.
Le autocrazie sono regimi nei quali il potere si autolegittima, talora passando attraverso un plebiscitarismo popolare svuotato di reali contenuti politici. Oggi se ne distinguono due modelli che, con qualche forzatura semantica, possono essere definiti come democrazia illiberale e liberalismo non democratico2. Non deve sorprendere che liberalismo e democrazia possano non sovrapporsi tenendo presente che per lungo tempo hanno viaggiato separatamente e che solo nel secondo dopoguerra si sono fuse in un modello unico, quello delle democrazie liberali oggi conosciute.
Nell’accezione comune per democrazia illiberale si intende un ordinamento nel quale viene formalmente garantita la rappresentatività politica mentre sono negate o fortemente limitate le libertà civili. L’esempio classico è la Russia di Putin, dove si vota più o meno liberamente ma i diritti civili basilari, come la libertà di opinione, di espressione, di stampa, di movimento, sono ristretti e in qualche caso negati. Invece per liberalismi non democratici si intendono quei regimi autocratici nei quali vengono introdotti elementi di liberalismo (in genere limitatamente all’iniziativa privata in ambito economico) ma viene recisamente rifiutata la libertà politica. Il caso esemplare è naturalmente la Cina, dove la liberalizzazione economica, peraltro parziale, non si è accompagnata all’affermazione dei diritti politici. Sia l’uno che l’altro modello è sembrato che potessero far scuola. I liberalismi non democratici costituiscono l’evoluzione preferita dei Paesi comunisti (da Cuba al Vietnam). La democrazia illiberale invece ha fatto scuola all’interno stesso del campo occidentale, dalla Turchia di Erdogan ormai pressoché completamente de-occidentalizzata e de-secolarizzata a quei Paesi che nel cuore dell’Europa sono già improntati a principi autocratici: l’Ungheria di Orban e la Polonia di Kaczynski. Per non parlare delle pulsioni illiberali insite nel trumpismo e nei movimenti populisti ormai fortemente presenti in tutte le democrazie liberali, compresa l’Italia.
Per un certo periodo è sembrato che le democrazie illiberali e i liberalismi non democratici stringessero in una tenaglia le vecchie democrazie liberali e potessero dominare il mondo. Il liberalismo è superato perché imbelle, ha sentenziato Putin nel giugno 2019. Qualche giorno dopo sono scoppiate le contestazioni a Mosca. Mentre le proteste ad Hong Kong si prolungano ormai da mesi. In ambedue i casi le rivendicazioni sono di tipo “liberale”: la rivendicazione di una giustizia veramente “terza” ad Hong Kong, le libertà civili pure sancite dalla Costituzione russa a Mosca. Si può scommettere che tra non molto comparirà anche l’istanza democratica e la richiesta di una vera rappresentatività politica ed anzi di libere elezioni. E sarà il momento in cui il potere reagirà violentemente come già accadde a Tienanmen. Perché le democrazie liberali, con tutti i difetti che hanno, comunque sono riuscite a sviluppare meccanismi di controllo dei conflitti che non solo vengono accettati ma sono anzi considerati il motore per un assestamento politico su equilibri sempre più avanzati. Ed inoltre hanno sviluppato un sistema immunitario di autodifesa che magari tardivamente comunque interviene in caso di infezione interna (quanto sta accadendo in Gran Bretagna sulla Brexit ne è un esempio). Al contrario le autocrazie hanno la pretesa di pietrificare il presente, non tollerano il dissenso e tantomeno il conflitto che è sempre vissuto come eversivo. Ne scaturisce una repressione che non di rado diventa tragedia portando ad una lacerazione drammatica e permanente del tessuto civile che mina alla base la società autocratica.
CDL, Tivoli, 1 ottobre 2019
- Putin “L’idea liberale è superata”. Intervista con Vladimir Putin di Lionel Barber e Henry Foy. La Repubblica, 29 giugno 2019.
- In proposito si veda anche: CDL, La democrazia illiberale, Democrazia Pura, 1 dicembre 2015.