Un “capriccio” particolare

 

 

Hubert Robert (1733-1808), raffinato pittore parigino, fu un acuto osservatore dei luoghi che dipinse secondo uno stile complesso costituito da almeno due elementi. Se un realismo dai toni in genere abbastanza cupi lo rendono un vedutista  attento, è attraverso il capriccio fantastico che egli diventa un interprete sensibile ed appassionato del genius loci. Nel dipinto del 1768 mostrato nella Figura 1,  Robert rappresenta un corso d’acqua parigino, la Bièvre che a quei tempi era il secondo fiume della capitale (1). Esso nasceva da una  sorgente posta nei pressi di Guyancourt e,  dopo un percorso di circa 35 km, si gettava nella riva sinistra della Senna. Sin dai primi anni del Novecento il suo percorso urbano è stato interamente ricoperto e le acque fatte confluire nel collettore fognario della città. Invece, alla fine del Settecento, quando Robert dipinge, lungo la Bièvre erano dislocati decine di opifici (tintorie, concerie, distillerie, mulini, lavanderie) che utilizzavano la forza idraulica del corso e ne facevano un centro pulsante di attività e di vita.

Il fiume  aveva con tutta probabilità una portata ben inferiore a quella rappresentata nel dipinto. La conferma si ha dalle fotografie di fine Ottocento che ritraggono un corso d’acqua di ampiezza paragonabile ad canale (Figura 2). Ed infatti, qualche tempo dopo, fu interrato senza che si resero necessarie opere ingegneristiche di particolare complessità che nessuno ricorda.

Figura 1. Hubert Robert (1733-1808), La Bièvre, Olio su tela, 55 cm x 74 cm, 1768, Immagine tratta da Wikipedia.
Figura 1. Hubert Robert (1733-1808), La Bièvre, Olio su tela, 55 cm x 74 cm, 1768, Immagine tratta da Wikipedia.

E’ plausibile che anche al tempo di Robert la Bièvre avesse una bassa portata. Invece nell’immaginario del pittore diventa un fiume dominato da ponti imponenti e caratterizzato da un percorso articolato e da un ampio letto navigabile che pure sono fattori che contribuiscono a conferire una certa maestosità alla rappresentazione. Ammettendo che la scena si riferisca alla confluenza della Bièvre nella Senna, dei quattro bracci d’acqua raffigurati, solo uno, quello ritratto in basso a destra, è paragonabile ad un canale. Ma si trova in una posizione così eccentrica che non si comprende come potrebbe dare il titolo al quadro (chiunque lo abbia attribuito).

Figura 2. Charles Marville (1813-1879), Concerie lungo la Bièvre a Parigi, fine del XIX secolo. Immagine tratta da Wikipedia.
Figura 2. Charles Marville (1813-1879), Concerie lungo la Bièvre a Parigi, fine del XIX secolo. Immagine tratta da Wikipedia.

Il fiume pullula di vita con una netta prevalenza di un’umanità femminile dedita a lavare i panni ed immersa in un’atmosfera arcadica di cui sono rappresentazione le barche che solcano placidamente le acque (le lavandaie  sono uno dei soggetti preferiti dal pittore parigino). A rinforzare l’aria di quiete, sulla destra, un uomo sulla banchina del fiume è assorto in chissà quale meditazione.

Questo dipinto di Robert presenta diverse particolarità. Sulla cupezza abituale dei toni prevale una rappresentazione quieta e lenta. Inoltre il pittore sembra fare un uso originale del capriccio fantastico che inizia a diffondersi proprio nel Settecento ma allo scopo di amplificare la grandiosità di un paesaggio naturale o la maestosità delle “rovine” archeologiche. Come del resto fa Robert in numerosi altri dipinti. In questo caso, tuttavia, l’elemento fantastico viene applicato ad una scena di vita quotidiana che ne risulta completamente trasfigurata per l’introduzione di elementi architettonici monumentali (i ponti) ed una rappresentazione di tipo arcadico. Un uso certamente insolito del capriccio.

 

CDL, 20 Febbraio 2019

 

Pubblicato su Il Sestante il 20 Febbraio 2019

  

  1. Per qualche ulteriore informazione su la Bièvre si veda Wikipedia e l’articolo “La vallée de la Bièvre, berceau de notre ensemble…” in La Baroquerie du Val de Biévre, 27 Aprile 2013