Il dubbio e la rassegnazione

 

 

Albrect Dürer, L’uomo dei dolori, olio su tavola, 30 x 19 cm, 1493, Karlsruhe.

Il dipinto, probabilmente opera di un giovane Albrect Dürer (1471-1598),  raffigura un Cristo mai rappresentato e non collocabile in alcun momento della Passione. Egli si trova costretto all’interno del sepolcro in attesa della resurrezione.

L’artista lo immagina non esanime ma già vivo sebbene ancora prigioniero in uno spazio tanto angusto quanto incombente. Vivo come uomo ma evidentemente non ancora risorto nella sua natura divina. Sofferente, ferito, carico di tutti i mali del mondo il Cristo di Dürer è generalmente considerato dai critici un emblema della compassione1. Ed infatti il dipinto è noto perlopiù come “Uomo dei dolori”, espressione usata dal profeta Isaia nella Bibbia e ripresa da autori e critici per classificare le opere in un genere il cui attributo fondamentale è il tema del Cristo che si appresta al sacrificio della croce. L’interpretazione risente certamente del fatto che Dürer rappresentò più volte, in diverse incisioni, la passione di Gesù ed il percorso di grande sofferenza che precedette la sua crocifissione. Per estensione anche questo dipinto, che pure si riferisce ad un momento successivo, viene considerato appartenente alla categoria dell’”Uomo dei dolori”.

Eppure, a ben guardare, Gesù appare affranto, angosciato e quasi sgomento. La postura non esprime dramma ma impotenza e un’afflizione rassegnata. Forse, chissà, egli nutre il dubbio che lo aveva già sfiorato sulla croce con quell’invocazione disperata “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Ma poi si era consegnato nelle mani del Padre a ribadire la sua partecipazione consapevole e convinta al disegno della resurrezione2. Tuttavia, ora, nella solitudine dell’antro sepolcrale, sembra tornare l’esitazione dell’uomo di fronte all’incognito. E la sofferenza rassegnata per l’attesa che si compia un destino fondamentalmente inintellegibile. E’ lo stato d’animo di chi, oltre la fede, avverte il tempo dell’incertezza e sente di essere ostaggio degli eventi. 

 

CDL, 11 aprile 2020

 

  1. Si veda in proposito: Tomaso Montanari. Il Cristo di Dürer, emblema della compassione. Il Venerdì di Repubblica, n. 1679, 20 marzo 2020, p. 95.
  2. Per un’introduzione sommaria alla tematica si veda: Giovanni Marcotullio. Veramente Cristo è stato abbandonato da Dio, sulla croce? Aleteia, 14 aprile 2017.

 

 

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