La Lega ha stravinto, il M5S straperso, il PD ha certificato la sua esistenza in vita (e non è poco), Forza Italia nemmeno quello, i Fratelli d’Italia possono accreditarsi come junior partner di una coalizione di ultradestra, gli altri non pervenuti. Ed ora?
Salvini è stato lesto a riconfermare l’alleanza di governo con i 5S, tanto vantaggiosa per lui quanto rovinosa per Di Maio. Ma la sua politica ha il fiato corto. In Europa i sovranisti sono cresciuti ma non tanto da risultare decisivi negli equilibri di potere che si vanno definendo a Bruxelles in queste ore. Inoltre i nazionalisti, compresi i popolari di destra ungheresi ed austriaci, hanno già dichiarato da tempo che l’Italia deve rispettare gli impegni di bilancio presi lo scorso anno. Vuol dire che in Europa nessuno sarà più disposto a tollerare ulteriori sforamenti del nostro Paese nel rapporto deficit/PIL e nell’ammontare del rapporto debito/PIL. In sostanza mancheranno i soldi da investire in una qualsiasi proposta. Per non parlare del rifiuto nettissimo già opposto a Salvini da tutti i suoi sodali europei di ultradestra sulla questione della redistribuzione dei migranti che giungono in Italia.
Il M5S non ha riscosso alcun dividendo dall’introduzione del cosiddetto reddito di cittadinanza che, sulla base dei primi dati, si è rivelato un reddito di inclusione (forse) un po’ più largo di quello di Renzi e Gentiloni. Comunque nulla di epocale. Alquanto imprudente, perché è sembrata irridente, si è rivelata l’affermazione di Di Maio sull’abolizione della povertà. In Europa il M5S non riuscirà probabilmente ad apparentarsi in nessun gruppo e soffrirà l’emarginazione totale. E in Italia quale ulteriore proposta potrà fare per risalire la china?
Lega e M5S sono dunque completamente paralizzati. Senza soldi da investire e senza alleanze proficue in Europa. Al massimo potranno convenire sull’autonomia delle Regioni che pure ha un costo (economico e politico) molto elevato ma non nell’immediato. E sarebbe comunque ulteriore acqua per il mulino leghista. Ma su altre questioni, dalla Tav alla flat tax, non si vede proprio quale accordo possano trovare e come il M5S possa cedere alla Lega proprio perché questa è divenuta incube. E dopo un periodo di stagnazione totale, si dovrà tornare a votare. Forse in quel momento non basteranno le fake news ed il complottismo per vincere le elezioni.
CDL, 27 maggio 2019