Nel contrasto al sovranismo nazionalista si deve rilevare in Europa una novità assoluta: la nascita di movimenti costituiti da giovanissimi che agiscono su due piani, culturale e politico, al momento distinti ma destinati ad incrociarsi in un prossimo futuro.
Per quanto riguarda il primo aspetto, si pensi solo al movimento di Greta Thunberg che contesta gli effetti ambientali di una globalizzazione selvaggia ma ha un carattere intrinsecamente ed anzi consapevolmente globale. Sarà anche vero, come sarebbe emerso da un’inchiesta svedese, che nel caso di Greta “la passione di una ragazzina incontra il marketing, che incontra la finanza, che incontra la Politica”1. Ma a prescindere da tutte le strategie comunicative che possono averlo alimentato sotto il profilo mediatico, il fenomeno rimane una storia bella. Ed anche credibile. Perché alla base vi è la passione di una ragazzina di 16 anni che, a dispetto della sindrome di Asperger di cui è portatrice, decide di rivendicare il proprio futuro e quello degli altri sul pianeta. E trascorre due mesi di estate a protestare fuori dal Parlamento svedese e ad organizzare scioperi scolastici. Per contestare l’ignavia delle classi dirigenti nei confronti del problema del riscaldamento globale e suscitando una reazione planetaria che ha finito per coinvolgere centinaia di migliaia di giovani, finalmente impegnati a rivendicare la propria esistenza su obiettivi concreti e rilevanti. E francamente poco importa se un imprenditore e un magnate socialdemocratico si siano affiancati ed abbiano ritenuto di poter utilizzare il fenomeno. La protesta di Greta non sembra proprio aver esaurito la propria spinta ed anzi appare tuttora in fase di espansione come dimostra la grande partecipazione giovanile alla giornata di protesta mondiale organizzata per il 15 marzo appena trascorso. E’ inevitabile che presto o tardi tale movimento acquisisca una connotazione politica e che questa non potrà che essere anti-sovranista. Come hanno ben compreso i sovranisti, inclusi quelli nostrani, che si sono rivelati molto lesti a denigrare la ragazza per screditarne il potenziale politico.
Per quanto riguarda l’altro aspetto, quello più propriamente partitico, numerosi sono i movimenti animati da giovani e giovanissimi sorti in diverse parti d’Europa. A partire, certo non a caso, dalle Paesi europei dell’Est che sono stati la culla del neo-populismo di destra con il suo corredo di nazionalismo e sovranismo. Il fenomeno ha dimensioni ancora contenute ma sembra destinato a crescere, forse favorito da un cambio di paradigma in atto: dopo le enormi difficoltà riscontrate sulla Brexit, nessuno più in Europa pensa seriamente di poter uscire dalla Unione Europea e tantomeno dall’Euro2. Si propone una breve rassegna di questi nuovi movimenti3:
Wiosna, Primavera (Polonia)4. E’ un partito di centrosinistra, laico, ecologista ed europeista, oggi accreditato del 10%-16% dei voti. E’ stato fondato ed è diretto da Robert Biedron, ex sindaco di Slupsk, una città di 100.000 del voivodato di Pomerania. In un Paese a larga maggioranza cattolica è favorevole alla separazione tra Stato e Chiesa, alla liberalizzazione dell’aborto, all’unione civile fra persone dello stesso sesso, alla parità salariale. Inoltre propone di chiudere tutte le miniere di carbone entro il 2035 per ridurre un inquinamento che in Polonia provoca circa 50.000 morti l’anno. Intende collocarsi nel solco tracciato da Paweł Bogdan Adamowicz, il sindaco di Danzica assassinato il 14 gennaio scorso.
Momentum (Ungheria)5. Partito di giovanissimi di ispirazione liberale, europeista e anti-russo. Ha vittoriosamente condotto la campagna contro le Olimpiadi a Budapest la cui candidatura è stata infine ritirata dal governo sotto la spinta della contestazione. In tema di immigrazione, ha sostenuto la politica del governo per l’innalzamento della barriere ai confini con la Serbia. I sondaggi lo collocano al 9% a Budapest e al 2% nel resto del Paese.
Plus, Partito Libertà Unità e Solidarietà (Romania)6. E’ stato fondato nel dicembre 2018 da Dacian Ciolos, ex primo ministro di un governo tecnico ed ex commissario europeo, per raccogliere la protesta dei cittadini contro il governo socialista. Trova particolare ascolto nelle fascia di età compresa tra 25 e 45 anni e i sondaggi al momento ne prevedono un consenso elettorale pari al 7%. Può essere considerato un partito europeista e anti-populista sebbene, per le istanze avanzate, sembri collocarsi in un’area di centro-destra tecnocratica.
Pirátská Strana, Partito Pirata (Repubblica Ceca)7. Fondato nel 2009 come filiale ceca del Partito Pirata, è certamente una forza europeista e di sinistra. I temi tradizionali sono la battaglia sulla libertà di informazione e i diritti di autore. Sembra essersi emancipato dall’istanza protestataria pura e semplice. Di recente è tornato agli onori della cronaca per aver eletto il sindaco di Praga. Attualmente viene accreditato secondo alcuni sondaggi di un 20% di voti.
Progresivne Slovenko, Slovacchia progressista (Slovacchia)8. Fondato nel 2017, di orientamento liberale progressista e decisamente europeista, il 30 marzo 2019 è riuscito a far eleggere la sua candidata Zuzana Čaputová alla presidenza della Repubblica raccogliendo al primo turno oltre il 40% dei voti. Il partito è votato in larga maggioranza dai giovani e la Čaputová ha 45 anni.
Volt (Europa occidentale). Movimento nato nel 2017 che nei Paesi storici della UE fa da specchio ai movimenti giovanili sorti nelle democrazie dell’Est di recente istituzione9. Si trova tuttavia ad uno stadio organizzativo embrionale e non è stato ancora testato nei sondaggi. Per ammissione dei fondatori, l’italiano Andrea Venzon, la francese Colombe Cahen Salvador ed il tedesco Damian Boeselager, il movimento nasce come reazione alla Brexit e al vulnus del sogno europeista. La caratteristica maggiormente rivendicata è la transnazionalità europeista che dovrebbe consentire di aggregare le nuove generazioni sono una bandiera unitaria ed anzi unica. Le istanze politiche sono progressiste soprattutto in tema di diritti civili, compresa la questione dell’accoglienza per gli immigrati, sebbene l’intento dichiarato di andare oltre la destra e la sinistra attribuisce a tale collocazione un margine di incertezza (sinora, con la sola eccezione di Podemos, tutti i movimenti che proclamavano di voler andare oltre la sinistra e la destra si sono poi rivelati di destra). L’obiettivo è quello di presentarsi alle elezioni europee nei diversi Paesi, tra i quale l’Italia, la Francia, la Germania, la Spagna.
A favorire il risveglio dei movimenti giovanili di ispirazione europeista concorrono diversi fattori di carattere tecnico, culturale, politico. Certamente ha giocato un ruolo la facilità con la quale la rete consente di diffondere le idee ed organizzare incontri. Ed il protagonismo dei giovani che nel pendolo della Storia oscilla ora verso l’impegno. Si è già accennato al fatto che le enormi difficoltà della Brexit abbiano ampiamente mostrato i danni che possono essere originare dal sovranismo irresponsabile. Ma al fondo sembra esserci qualcosa di ancora più ampio.
E’ come ci si rendesse finalmente conto che le vecchie classi dirigenti sono rimaste ancorate a modelli di società ormai arcaici e che, dal welfare al mercato del lavoro, privilegiano le classi di età più avanzate penalizzando marcatamente i giovani. L’esempio più eclatante è quello di un Welfare che per lungo tempo ha finanziato il sistema pensionistico anche oltre la sostenibilità economica ma non è riuscito a prevedere misure realmente efficaci a favore dei giovani e del lavoro giovanile. I circuiti del mercato del lavoro lavorano a danno dei giovani se è vero che la crisi ha fatto esplodere la disoccupazione in misura ben maggiore nelle classi di età minori. La ineguale distribuzione delle risorse economiche ha favorito una analoga ineguale distribuzione del potere politico chiudendo così un cortocircuito dagli effetti certo non virtuosi. Ma forse i giovani si vanno accorgendo di tutto questo. E forse hanno capito che i grandi conflitti, dalla crisi economico-sociale di questi anni allo strapotere delle grandi concentrazioni economico-finanziarie, dallo sviluppo di un nuovo modello sociale alla marginalizzazione geopolitica dei Paesi europei, dalle migrazioni epocali al terrorismo internazionale, non hanno composizione nell’ambito angusto delle piccole nazioni ma devono trovare soluzione su una scala necessariamente globale.
CDL, 1 maggio 2019
- Greta Thunberg, inchiesta svedese svela: “Influencer grazie alla strategia di marketing”. Blasting news, 18 marzo 2019.
- CDL. L’Europeismo ha già vinto. Democrazia Pura, 1 aprile 2019.
- Per una visione di insieme si veda: Federica Bianchi. Il partito degli under che abbatte i confini. L’Espresso, n° 12, 17 marzo 2019, pp. 20-21.
- Francesco Lepore. Polonia. Nasce il nuovo partito Wiosna. A lanciarlo Robert Biedrón, primo politico apertamente gay. Articolo 21, 4 febbraio 2019.
- Simone Benazzo. Chi sono e cosa vogliono i ragazzi di Momentum che sfidano Orban. Estwest.eu, 11 Febbraio 2018.
- Partito della Libertà, Unità e Solidarietà. Wikipedia, consultato il 30 Marzo 2019.
- Riecco il Partito Pirata: “Né con i corrotti, né con gli incompetenti: vogliamo un’Europa libera e digitale”. Linkiesta, 26 Novembre 2018.
- Zuzana Čaputová. Wikipedia. Consultata il 30 Marzo 2019.
- Riccardo Sorrentino.La sfida di Volt Europa, presente come partito politico in 8 Paesi Ue. Il Sole 24 ore, 19 agosto 2018.CDL, 1 maggio 2019.